LA RIVOLUZIONE RUSSA
LA RIVOLUZIONE ANTI-ZARISTA IN RUSSIA

Le biblioteche di tutto il mondo sono piene di centinaia di libri sulla rivoluzione russa, e nel romanzo "Il calice di porpora" non si è inteso procedere all'ennesima riscrittura dei fatti che produssero cambiamenti epocali non solo in Russia, ma in tutta Europa.
Abbiamo voluto però gettare uno sguardo sugli eventi che precedettero, accompagnarono e seguirono quei grandi sconvolgimenti politici e sociali, soprattutto per gli effetti che produssero sui protagonisti del nostro romanzo. In particolare, abbiamo narrato alcune storie di donne, grandi protagoniste delle attività rivoluzionarie, poi cancellate nel ricordo collettivo dalla storiografia ufficiale.
Molti forse ignorano figure come Maria Spiridonova o Yekaterina Breshko-Breshkóvskaya, rivoluzionarie che nel 1905-1906 con le loro azioni, talvolta con gli attentati e gli assassinii politici, aprirono la strada ai successivi moti rivoluzionari del febbraio 1917 con i quali fu rovesciato il regime zarista.
Di loro parliamo nel libro, come di Fanny Kaplan, la donna che sparò a Lenin, altra componente della šesterka (o shesterka nell'accezione anglosassone), il sestetto di donne appartenenti al Partito Socialista Rivoluzionario che aprirono con le armi la stagione dei moti popolari che porterà alla deposizione dello Zar.
Parliamo di Kerensky e del primo esperimento di governo democratico parlamentare in Russia, durato fino alla presa del potere da parte dei bolscevichi.
Parliamo dei contorni oscuri dell' affare Kornilov e della guerra di spie che si scatenò nei primi anni del bolscevismo.
Il ritiro della Russia dalla guerra, avvenuto con la firma del trattato di Brest-Litovsk lasciò mano libera sul fronte orientale agli Imperi Centrali, che poterono spostare gran parte delle loro truppe sui fronti italiano e francese.
La Legione ceco-slovacca, che combatteva contro gli austro-tedeschi, si trovò improvvisamente in una situazione difficilissima.
Andare verso ovest avrebbe significato finire in Austria o Germania col risultato di una morte certa, mentre la strada verso nord, dove dal porto di Arcangelo si sarebbe potuto costeggiare la penisola scandinava fino all'Inghilterra o alla Francia era preclusa dall'imminente arrivo dei ghiacci invernali sul Mar Bianco.
Restava la via più lunga e più rischiosa: dirigersi verso est, verso la Siberia, per raggiungere il porto di Vladivostok.
In questi frangenti la Legione si trovò invischiata nella più dura delle esperienze: la guerra civile russa.